Le monete appassionano sempre i collezionisti anche se in realtà ce ne sono poche che davvero hanno un grande valore.
Se andiamo a guardare sugli e-commerce troviamo monete offerte a prezzi stratosferici, eppure non valgono nulla. Sicuramente nessuno abboccherà a questi annunci, speriamo.

Esistono esemplari per esempio delle vecchie lire che un valore lo hanno, ma per capire se hai un tesoretto tra le mani devi dimenticare i siti online e devi rivolgerti ad un esperto numismatico vero. Certo, tra privati si possono guadagnare più soldi però il rischio è troppo alto visto che nella rete ci sono truffatori in gran numero. Vecchie lire, dicevamo, ma in questo caso parliamo di una moneta del nuovo conio.
Parliamo di una moneta che nessuno vorrebbe mai avere in tasca, a meno che non abbia scoperto il suo vero valore. Tutto è nato da un errore madornale ad opera della Zecca di Stato. Difficile che questi errori avvengano. Ma, qualora questo succeda, il fortunato che dovesse ritrovarsela in tasca, a meno che non sia un cultore delle monete rare e tenersela in casa, potrebbe guadagnare quasi tremila euro.
La moneta che vale tra i 2500 e i 3000 euro: tu ce l’hai?
Una di quelle monete di cui non sai più nemmeno che farsene visto che la maggioranza dei negozi non la accetta più da tempo. Eppure, se trovi quella giusta ti fai una bella vacanza gratis.

Ci sarebbe da cercarle ovunque anche se Bolaffi afferma di averne l’esclusiva e tutti gli esemplari sbagliati dalla Zecca di Stato. Stiamo parlando della moneta da 1 centesimo e l’errore incredibile di conio riguarda il monumento stampato. Anziché il Castel del Monte, su molti esemplari era stata raffigurata la Mole Antonelliana, monumento di Torino, che invece è regolarmente prevista sulle monete da 2 centesimi.
Un monumento al posto dell’altro, dunque. La Bolaffi di Torino (azienda famosissima per i francobolli e molto altro) si è ritrovata per le mani sei delle monete di qui stiamo parlando. Poi il sequestro della Guardia di Finanza, un contenzioso durato anni con il Museo della Zecca e, nel 2013, la sentenza definitiva che attribuisce le monete all’azienda che le ha trovate. Infine l’asta, con base di partenza 2.500 euro. La realtà e che esistono almeno un centinaio di altre monete con l’errore di conio, mai trovate. Quindi può partire la caccia: alcuni collezionisti possono pagarle anche tremila euro cadauna.