Credevo bastasse una pennellata e un elettricista. Poi ho parlato con un amico e ho capito cosa mi aspettava davvero. Vi prego: ascoltatemi!

Ho terminato da poco i lavori a casa e ora, a chi mi chiede lumi sull’esperienza, sono solito dire “se avessi un nemico oggi gli augurerei di ristrutturare casa”.
Già, perché chi ci è passato lo sa: non c’è impresa più stressante, più dispendiosa e più prosciugante di una ristrutturazione di un appartamento. E meno male che non ti fai i lavori da solo! Ma è comunque qualcosa di (quasi) insormontabile, soprattutto se la ristrutturazione è di quelle importanti.
Avere a che fare con l’architetto, col capomastro, con le maestranze, e cercare di conciliare le varie istanze ricordandosi sempre che gli euro (migliaia di euro) che escono dalla tasca sono i tuoi. Litigare con il/la partner che non vede l’ora di rientrare in casa e a volte ha idee che mal si conciliano col budget residuo e col cronoprogramma. E poi, quando è tutto finito… il trasloco!
E meno male che ero arrivato preparato al peggio, visto che prima di iniziare ho parlato con un amico che mi ha dato diversi consigli utili.
Cioè, ero preparato al peggio ma è stato perfino peggio di quanto mi aspettassi. E quando lo racconto mi dicono che rispetto ad altri casi mi è andata pure bene! Ecco perché ora voglio condividere con voi alcuni dei consigli che mi diede Paolo all’epoca, uniti a qualche consiglio che ho maturato io. Mi ringrazierete poi, intanto leggete e… preparatevi!
Dal cronoprogramma al preventivo: 5 cose che devi sapere se stai per ristrutturare casa
Il mio amico Paolo mi aveva già messo in guardia con quello che ormai è il suo motto: “Il preventivo non è la spesa finale, è solo l’inizio di un incubo”. Non sapete quanto aveva ragione.

I lavori in casa sono pieni di “sorprese”: materiali finiti, errori di calcolo, modifiche in corso d’opera, i “già che ci siamo” che piacciono tanto a mia moglie. Paolo mi ha detto: “Tieni da parte almeno il 20% in più rispetto al preventivo. E non dirlo a nessuno, sennò si sentono autorizzati a spenderli”. Spoiler: non gliel’ho detto ma li hanno spesi comunque.
A proposito di “già che ci siamo”: un’altra frase-sentinella è “ma tanto è un lavoretto”. NO. Quando fate i lavori a casa non c’è mai “un lavoretto”. Due muri da ridipingere, una presa da spostare, la doccia da cambiare. Ogni “lavoretto” ha una coda velenosa fatta di polvere, imprevisti, permessi, tempi biblici e soldi extra. Ecco perché è importante un altro consiglio: fai un bel cronoprogramma. E poi straccialo.
Giorno 1 demolizione, giorno 3 pavimento, giorno 5 impianti, eccetera eccetera. Tutto bello sul foglio Excel, ma poi la realtà ti presenta il conto e fa molto male. Ricorda bene queste parole: nessuno, NESSUNO rispetta mai i tempi. Può servirti per darti un’idea di che strada seguiranno i lavori? Certo, perché no. Può servirti per capire quando inizi e quando finisci? Toglitelo dalla testa!
Il quarto, fondamentale consiglio è “scegli le battaglie: non puoi controllare tutto”. Io non l’ho ascoltato e stavo impazzendo, poi ho capito. Il mio amico saggio mi disse: “Concentrati sulle 3 cose che ti cambiano la vita in casa. Il resto delegalo. Tanto alla fine userai sempre le stesse due stanze”.
Per finire, last but not least: MAI traslocare coi lavori ancora in corso! “Iniziamo a entrare, poi finiamo” è una frase da epitaffio. Vivere nei lavori è l’inferno: polvere ovunque, rumori all’alba, roba da spostare ogni giorno, operai che suonano mentre stai facendo la doccia.
Aspetta. Anche solo una settimana in più. Ma entra quando è tutto davvero finito. Poi siediti, trova un amico che sta per passarci e prepara anche lui al peggio. Tu ora lo sai, lui no: è un’esperienza che lo segnerà profondamente. Passaparola!